Mattinata ricca di emozioni quella vissuta dai ragazzi della scuola secondaria di primo grado di Sona riuniti venerdì 10 novembre in aula magna per ascoltare la storia e riviverla con le celebrazioni del 4 novembre attraverso un incontro con un gruppo particolare di docenti: gli Alpini.
Come spiegato dalla dirigente scolastica Sabrina Di Lauro nel suo discorso introduttivo, si è voluto raccontare ai ragazzi come circa un secolo fa, dei loro quasi coetanei (avevano 17 anni al momento della chiamata al fronte) siano stati strappati dalle loro famiglie per dare il loro contributo decisivo, spesso a discapito della loro vita, nelle vicende conclusive della Prima guerra mondiale.
Un invito per i nostri ragazzi alla riflessione confrontando le esistenze, costellate di miseria e tragedie di circa cento anni fa con quelle attuali per dare, soprattutto in questi momenti in cui di guerra si torna purtroppo a parlare, il giusto valore alla libertà e a quanto fortunati siamo nel vivere in un periodo di pace mentre non lontano da noi sono tornati a rombare i cannoni.
Alla presenza dei Gruppi Alpini delle quattro frazioni, ha condotto l’incontro Gianni Chiavenato del Gruppo Alpini di Palazzolo, il quale con l’ausilio di video esplicativi, ha raccontato quanto è stato decisivo il contributo dei “ragazzi del 1899” nelle vicende della guerra.
Molto apprezzati, inoltre, gli interventi di Mariuccia Armani dell’associazione La Torre di Palazzolo, che ha letto il diario scritto da un soldato sul fronte a lei pervenuto da una discendente e descritto i particolari della vite di chi è rimasto a casa dal fronte.
Protagoniste erano le donne che dovevano farsi carico delle famiglie, di condurre l’attività nelle campagne o di allevamento di bestiame e della loro laboriosità nel cercare di racimolare in tempi grami quelle piccole fonti di reddito attraverso l’allevamento dei bachi da seta o col lavoro nelle poche fabbriche.
A fare da colonna sonora agli emozionanti racconti, le meravigliose cante del coro Ana amici della baita di Lugagnano che hanno riproposto parecchie canzoni che i giovani di allora intonavano per rendere meno pesante la vita nelle trincee o negli spostamenti sulle tradotte ferroviarie.
Molto interessante anche il materiale originale come elmetti, ciaspole e vettovaglie che costituivano la vita del soldato di allora, presentato dall’associazione Museo del monte Baldo di Lugagnano come piccola rappresentazione della mostra permanente presente nella loro sede.
Nel corso dell’incontro, condotto da Chiavenato con termini semplici apprezzati dai ragazzi, particolarmente toccante è stato il video che spiegava l’origine ed il significato della tomba del milite ignoto collocata presso l’altare della Patria a Roma come pure fonte di orgoglio, per rimanere nel nostro territorio, è stata la descrizione della genesi del monumento ai caduti di Palazzolo, che vanta il merito di essere il primo ad essere stato eretto nel 1919 nella nostra regione, come riportato dai racconti di Mariuccia Armani.
I ragazzi sono sembrati sinceramente colpiti dai racconti che hanno ascoltato con attenzione costante ed hanno voluto interagire con molte interessanti domande rivolte agli alpini portando poi il loro contributo suonando, ognuno con il proprio strumento e diretti egregiamente dal maestro Fabrizio Olioso, l’Inno alla Gioia di Beethoven.
Dopo circa due ore la campanella è suonata ed i ragazzi hanno dovuto rientrare in classe per ritornare alle loro lezioni; mai come stavolta però hanno imparato delle nozioni fondamentali per il loro spirito civico e per la loro futura vita da cittadini italiani. Il tutto solennemente sugellato dall’inno di Mameli che alla conclusione dell’incontro tutti con parecchio trasporto abbiamo cantato in piedi e con la mano sul cuore con un rinnovato onor di Patria.
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