ARTICOLO TRATTO DAL “BACO DA SETA”
In occasione del 50° anniversario della scuola secondaria “Virgilio” di Sona” – che fu inaugurata nel 1973 – la nuova dirigente Sabrina Di Lauro ha voluto un evento celebrativo di questa importante scadenza che si tiene martedì 19 dicembre alle ore 10 presso la sede centrale dell’Istituto Comprensivo.
L’evento sarà anche l’occasione per incontrare i dirigenti scolastici che hanno diretto in passato la scuola e docenti in pensione, oltre che gli amministratori comunali che vollero la scuola.
Ma quali il contesto e la situazione nei quali fu realizzata questa scuola? L’obbligo di frequenza fino a 14 anni fu fissato in Italia nel 1963. Nel 1966 fu anche deciso, con legge nazionale, che i Comuni con più di tremila abitanti dovessero ospitare sul territorio i corsi della secondaria. Il Comune di Sona al Censimento nazionale del 1961 registrò la residenza di 6907 abitanti e quindi fu tenuto a dotarsi di tale servizio.
Nel primo anno scolastico 1966/1967 si iscrissero alla prima media 72 ragazzi e ragazze del capoluogo e delle altre tre frazioni. A ciclo completo, nell’anno scolastico 1968/1969 le iscrizioni furono 185. Alcuni alunni, specialmente abitanti a Lugagnano dove non funzionava ancora la sezione staccata, per anni vennero invece iscritti nelle scuole secondarie di Verona città.
Per alcuni anni continuarono però a presentarsi agli esami della terza media dei ragazzi “privatisti”, che cioè non avevano frequentato, ben 27 nel 1972.
Per parecchi anni, almeno fino al 1975, numerose furono le defezioni all’obbligo della frequenza, fino a quando un’energica iniziativa in collaborazione tra Comune e Scuola rese effettivo con successo l’obbligo scolastico anche a Sona.
Nel Comune di Sona il problema della bassa scolarità, comunque, preoccupò per anni gli amministratori comunali, per motivi diversi ed anche contrapposti. Per molti anni, nel secondo dopoguerra e fino al 1968 il Comune fu dichiarato “operante in area depressa”: Con una agricoltura che forniva ancora il sostegno economico a più del 40% della popolazione e in presenza di famiglie numerose, spesso le mogli collaboravano, con i figli maschi più grandi ancora però in età scolastica, ai lavori agricoli e le bambine sostituivano le mamme nelle faccende domestiche, accudendo anche i fratelli più piccoli. La frequenza alla scuola risultò di conseguenza spesso saltuaria.
Dopo alcuni decenni, quando l’economia locale modificò le condizioni economiche delle famiglie, le molteplici offerte di lavoro attirarono l’attenzione di molti ragazzi e ragazze che, potendo lavorare a 14 anni, preferirono scegliere di abbandonare gli studi superiori.
Nel 1981 il grado di istruzione (età superiore ai sei anni) era a Sona assai modesto: le lauree erano l’1,05% contro il 2,48% della media provinciale, i diplomi il 7,56 % contro l’11,02% della provincia. I senza titolo rappresentavano ancora il 16,30% contro il 15,01% della provincia e gli analfabeti erano lo 0,77% contro lo 0,67%.
Nel 1988 la popolazione giovanile dai 14 ai 29 anni che lavorava era nel Comune di Sona il 74,8 %, contro il 51% del Veneto ed il 25,5% della media italiana, ed i giovani in attesa di prima occupazione lo 0,4%, rispetto al 2,5% del Veneto. Poca istruzione quindi non per povertà ma anzi per il sopravvenuto improvviso benessere.
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