La “lezione speciale” degli Alpini che hanno portato nella scuola di Sona la storia vissuta

Articolo tratto dal "Baco da Seta"

Dopo il successo della giornata dello scorso anno, gli Alpini delle sezioni del Comune di Sona sono tornati a far visita alle classi terze della scuola secondaria di primo grado di Sona in occasione delle celebrazioni legate alla ricorrenza del 4 novembre.

Inquadrati nel Progetto Scuole, questi incontri hanno lo scopo di sensibilizzare i più giovani sottolineando l’attuale impegno ed incessante opera degli Alpini da sempre presenti sul nostro territorio, attraverso anche il ricordo del sacrificio di chi anni fa ha perso la vita per garantire la libertà di cui godiamo nei giorni nostri.

Allo stesso modo si cerca trasmettere quei valori aggreganti di popolo ben descritti dalla nostra Costituzione, allo scopo di aumentare lo spirito civico e di rafforzare l’amor di patria in coloro che nel prossimo futuro saranno dei cittadini italiani.

Presenti alla manifestazione i gruppi alpini delle quattro frazioni del Comune di Sona, alcuni rappresentanti del museo Monte Baldo di Lugagnano con reperti originali dell’attrezzatura sanitaria risalenti alla Seconda guerra mondiale, e, in rappresentanza dell’amministrazione comunale, il consigliere Giuseppe Carcereri.

Dopo l’inno di Mameli, cantato da tutti i ragazzi e dagli adulti presenti, diretto dal maestro Olioso, la dirigente scolastica Sabrina di Lauro ha introdotto l’argomento di questa “lezione speciale” ed ha ricordato agli studenti di quanto fortunati siamo tutti noi a vivere nei tempi attuali di pace e di benessere diffuso.

Ha poi preso la parola il relatore Gianni Chiavenato del gruppo di Palazzolo il quale, ricollegandosi agli eventi storici legati alle celebrazioni del 4 Novembre, ha introdotto le vicende e il momento storico che hanno portato al secondo conflitto mondiale. In particolar modo si è soffermato, grazie anche alla proiezione di immagini e filmati, alla campagna di Russia del 1943 che ha visto il sacrificio di migliaia di alpini durante la ritirata culminati col racconto della tragica battaglia di Niikolajevka.

La parola poi è passata alla storica dell’associazione La Torre di Palazzolo Mariuccia Armani che, con grande trasporto e con momenti di sincera emozione, ha letto la testimonianza scritta di un protagonista di quella drammatica vicenda, il caporale alpino Enrico Ambrosi di Palazzolo. Egli fu uno dei pochi a tornare dalla Russia e con le sue semplici parole, raccontate in parte anche in dialetto, ha voluto lasciare ai posteri alcuni frammenti di quella tragica esperienza.

Per ricordare il sacrificio degli alpini il coro Ana Amici della baita di Lugagnano, diretto dalla maestra Giulia Favari, ha poi eseguito alcune cante che gli alpini intonavano nelle gelide notti russe quando la nostalgia di casa e le ferite, non solo fisiche ma anche psicologiche, avevano disperato bisogno di sollievo. Per i nostri alpini, unirsi al coro delle canzoni come Golico o Joska la rossa che ancora oggi fanno parte del repertorio delle sezioni alpine, era una maniera di sentirsi vicini casa e di dimenticare per pochi minuti tutte le angustie e i drammi che il quotidiano di una guerra ti fa conoscere.

Agli studenti, successivamente, è stato illustrato anche il ruolo delle donne durante il conflitto, nel quale si sono rese protagoniste con funzioni preziose anche se poco riportate nei testi scolastici. Con gli uomini al fronte, infatti, si è assistito ad una rapida emancipazione della donna che rimasta a casa spesso da sola ad accudire a piccoli e vecchi, ha dovuto sostituire gli uomini nei lavori dei campi, nelle fabbriche e nei lavori tipicamente maschili del tempo. Inoltre, notevole fu il loro contributo alla causa anche al fronte come crocerossine negli ospedali da campo, portatrici di vivande per le linee di combattenti, oppure come madrine di guerra per il supporto psicologico dei soldati fino ad arrivare in qualche caso ad essere arruolate come spie per infiltrarsi nelle file nemiche.

Siamo certi che in questa occasione la storia raccontata attraverso le testimonianze e riportata dalle parole degli alpini non è sembrata agli studenti quella materia talvolta troppo lontana che racconta fatti di qualche decennio fa di cui si è quasi persa la memoria. Grazie all’impegno degli alpini si è discusso di una materia viva che sta alla base del nostro paese odierno e si è portato tra i banchi un racconto che trasuda vivida emozione ed un sentimento di grande rispetto e riconoscenza nei confronti di chi, in nome della patria e della libertà dell’Italia, ha voluto tanti anni fa sacrificare la propria vita.

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